Il percorso urbanistico
Il visitatore che entra a Torviscosa non ha dubbi sul ruolo industriale di questa cittadina: il grande piazzale di ingresso all’abitato, disegnato da Giuseppe De Min nel 1937, è dominato per metà dagli edifici connessi all’attività industriale e dal grande edificio di rappresentanza del CID (Centro Informazione Documentazione), costruito dalla SNIA agli inizi degli anni Sessanta come biglietto da visita della città industriale e luogo di ricevimento delle delegazioni straniere. Accanto al CID si innalza la torre panoramica, alla cui sommità si apre un vano quadrangolare con funzione di belvedere, un tempo salottino per gli alti dirigenti della SNIA che qui accoglievano gli ospiti per offrire loro un punto privilegiato d’osservazione sulla città e l’intero territorio circostante. L’altra metà della piazza, a ovest, è invece uno spazio sociale, con il teatro e l’edificio del dopolavoro ristoro. Il piazzale, oggi dedicato a Franco Marinotti, fondatore della città e all’epoca amministratore delegato e poi presidente della SNIA, si chiamava in origine “piazza dell’Autarchia”, per sottolineare che l’intero insediamento industriale e urbanistico era stato pensato in funzione del modello economico del regime.
Accanto allo stabilimento, architetti e ingegneri disegnarono e fecero costruire la nuova città, immaginata per espandersi e ospitare fino a 20.000 persone e organizzata per aree funzionali. L’impianto urbanistico originario è ancora sostanzialmente intatto, perché lo sviluppo successivo ha fortunatamente riguardato solo la zona posta a ovest del centro originale. Si riconoscono quindi ancora le varie zone funzionali che formavano la città di fondazione:
- gli spazi del lavoro: la fabbrica, la mensa degli impiegati, la mensa degli operai
- gli spazi pubblici civili: la piazza con l’edificio e la torre del Municipio e di fronte le scuole
- gli spazi per il tempo libero: per lo sport (piscine, palestre, campi da tennis) e per lo svago (il teatro, il viale pedonale)
- le aree verdi, sia all’interno della città sia nell’immediata periferia
- le abitazioni per gli operai
- le abitazioni per gli impiegati
- le abitazioni per i dirigenti
- gli edifici con finalità per così dire “auto celebrative” della fabbrica: la torre panoramica a forma di “T”, iniziale del nome del paese, e soprattutto il CID.
Nell’organizzazione funzionale della città di fondazione, il fulcro della vita pubblica era rappresentato dalla piazza “Impero” (oggi piazza del Popolo). Progettata dall’architetto Giuseppe De Min nel 1940 secondo il gusto architettonico dell’epoca che si ispirava alle piazze metafisiche di Giorgio De Chirico, nel progetto originario la piazza, lastricata in pietra, prevedeva la presenza di quattro statue classicheggianti che però non vi furono mai collocate. Un lato è occupato dall’edificio del Comune caratterizzato dalla torre dell’arengario e dal suo balcone. Sul lato opposto l’edificio scolastico è di impostazione razionalista, con qualche licenza all’architettura di regime come nell’enfatico portale colonnato dell’ingresso principale. Fu una delle prime strutture civili a essere completata e fu inaugurata dal duce nella sua visita a Torviscosa il 21 settembre 1938.
Poco lontano, il villaggio operaio è costituito da due gruppi di case di diversa tipologia. Al primo gruppo appartengono le case chiamate “colombaie”, costruite a partire dal 1943 ma completate solo negli anni Sessanta. Questo gruppo è composto da dieci blocchi di case a schiera disposti a coppie secondo l’asse est – ovest. Ogni blocco si compone di cinque alloggi. I prospetti principali sono caratterizzati dagli archi che segnano l’ingresso alle singole abitazioni, mentre i prospetti posti a sud presentano grandi arcate a doppia altezza, una sorta di brise soleil per il lato più esposto al sole. Il secondo gruppo, chiamato “case gialle”, è stato realizzato tra il 1941 e il 1944. È formato da 12 blocchi di edifici in linea disposti parallelamente su quattro file orientate nord – sud. I prospetti sono scanditi dalla modularità delle finestre e nell’insieme queste case risultano più modeste delle colombaie.